Azienda Agricola Francesco Gangemi
Reggio Calabria-Italia
Posted on November 17, 2010 at 5:39 PM |
Oggi è stata anticipata dal quotidiano on line dei consumatori “Il Salvagente”
un'inquietante inchiesta di Arpam e Corpo forestale che puntano il
dito sulla possibile presenza di partite deodorate - non ammesse
nell’extravergine - nei più comuni prodotti da scaffale.
Per l’ennesima volta si scoprono sipari fraudolenti intorno
all’extravergine venduto soprattutto nei supermercati. Tutto questo
appena un giorno dopo della bellissima notizia appresa dal comitato
intergovernativo dell' UNESCO che ha proclamato la Dieta
Mediterranea patrimonio culturale immateriale dell'umanità, di cui
l’olio extravergine rappresenta il Re indiscusso Questa
volta l’allarme non arriva dalla California, dove a luglio un discusso
studio dell’Olive Center dell’Università di Davis aveva declassato a
semplici vergini diverse etichette famose dell’extravergine “italiano” L’inchiesta anticipata dal settimanale il Salvagente
in edicola da domani e in vendita subito on line, puntano il dito,
principalmente, sulla possibile presenza di partite deodorate - non
ammesse nell’extravergine - nei più comuni prodotti da scaffale. Le analisi effettuate dall’ Arpam di Ascoli Piceno in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato
ha interessato 33 campioni di extravergine prelevati nei frantoi
marchigiani e altri 35 acquistati presso esercizi commerciali, in gran
parte etichettati come “miscele di oli comunitari”. I campioni citati
sono stati sottoposti all’esame degli esteri metilici ed etilici di
acidi grassi quali indicatori di qualità delle olive lavorate ( Emeag ), più noti in letteratura scientifica come alchil esteri . L’elevata presenza di alchil esteri è
un indicatore di scarsa qualità dell’extravergine, infatti, una non
corretta conservazione e a un cattivo stoccaggio della materia prima,
provoca la degradazione delle olive con il risultato di ottenere dalle
stesse un olio non commestibile che quindi deve essere sottoposto a
raffinazione. Ad una concentrazione elevata di queste sostanze dovrebbe
corrispondere un difetto organolettico molto noto nell’olio, acidità
elevata oppure odori di muffa ecc., condizioni che sicuramente, vista
l’attuale normativa europea, non consentirebbero di classificare il
prodotto come extravergine. Dove sta allora il trucco? Semplice! L’olio
così ottenuto viene corretto rettificato, magari deodorato, e
magicamente ritrova, dopo essere miscelato con una buona dose di
extravergine genuino e ben fruttato, la sua classificazione più
importante e redditizia per i truffatori ovvero “olio extravergine di
oliva”. Ecco un passaggio dell’articolo “Neppure il miglior
chimico, però, è in grado di far sparire contemporaneamente i difetti
organolettici e le loro tracce chimiche. E difatti gli alchil esteri
rimangono anche a seguito dei trattamenti e offrono un’arma in più per
stanare le possibili frodi commerciali. Diventano, cioè, testimoni
scomodi di ipotetiche sofisticazioni, soprattutto se associati a buoni
voti al panel test.” ………. Ernesto Corradetti , responsabile del Servizio chimico dell’Arpam picena, Spiega: “La
concentrazione media riscontrata nei campioni di frantoio è stata molto
bassa intorno a 15 milligrammi per chilo. Il tenore medio riscontrato
nei campioni reperiti sul mercato invece è stato di 150 milligrammi per
chilo”. Un dato molto elevato considerato che, probabilmente da
febbraio, entreranno in vigore i nuovi parametri comunitari in base ai
quali se un extravergine supera i 150 milligrammi per chilo di alchil esteri non potrà essere denominato e quindi venduto come tale. ( ) La conclusione di questa inchiesta ha un verdetto finale sorprendente: circa un terzo del campione degli extravergini acquistati nei supermercati sarebbe fuori norma. Un
altro aspetto da sottolineare che è emerso dello studio condotto
dall’Arpam di Ascoli Piceno e pubblicato dal Salvagente è la presenza di
pesticidi non consentiti nel trattamento delle olive, riscontrati nel
35% dei campioni acquistati nei supermercati. Percentuale che negli oli
prelevati nei frantoi marchigiani si abbassa al 15%. Un’indagine
simile era stata fatta nell’Ottobre del 2009 dalla Coop in
collaborazione con il dipartimento di Scienze degli alimenti
dell’Università di Bologna diretto dal professor Giovanni Lerker dove
furono sottoposti ad analisi 24 campioni di extravergini. Anche in
quella occasione vennero rilevate concentrazioni di alchil esteri anomali tanto da declassare “non extravergine” dieci campioni su ventiquattro. In
questa inchiesta si fa riferimento a campioni di oli provenienti dai
frantoi marchigiani ma state tranquilli che questo fenomeno si può
nascondere in qualsiasi azienda italiana e non. Alcuni consigli utili:
comprate olio extravergine di oliva correttamente etichettato a norma
di legge ed evitate di acquistare olio il cui prezzo è di perse troppo
basso o camuffato da super offerta (specialmente su miscele di olio
comunitari). Il nostro invito principale è quello di privilegiare l’acquisto di olio extravergine di oliva etichettato come 100% italiano ( ). Diffidate
da quei venditori che vi propongono prodotti in contenitori, di
qualsiasi genere, senza che su di essi non vi sia una regolare etichetta
del prodotto che è obbligatoria. Non fatevi ingannare dai prezzi,
perché il buon olio extravergine di oliva è un prodotto dove le
contraffazioni sono sempre dietro l’angolo. |
Categories: Olio d'Oliva
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